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venerdì 10 settembre 2010

Il valore delle abitudini...




Ogni mattina, alla stessa ora, il suono neonazista della sveglia che ci hanno regalato per il matrimonio suona.



Apro un occhio (non di più, nonostante gli sforzi), brontolo qualcosa a mio marito che si alza nel buio della stanza e si siede dalla sua parte del letto.



Dopo qualche minuto lui si alza,



apre la mia parte d’armadio e prende la mia vestaglia, sgancia i battenti di legno della finestra, fa il giro del letto, si siede dal mio lato, mi da un bacio (..non sempre, dipende dall’ora), mi lascia la vestaglia tra le braccia ancora esanimi e scende le scale.



Io rimango qualche minuto come ero in principio: sdraiata con un occhio solo aperto, aspetto finché non lo sento  aprire la porta e salutare i cagnetti, poi subito dopo sgridarli perché sono quasi sempre troppo agitati; a quel punto già mi preparo al suono dei passetti concitati di Milù, che sta salendo le scale per venirmi a salutare.



Eccola che arriva, mi lecca la mano, inizia a scodinzolare per la stanza, le do il buon giorno e le faccio qualche carezza, le dico di tornare giù e poi finisco con lo sgridarla anche io perché non mi da retta.



Ora mi posso alzare.



Mi giro verso l’armadio e inizio a scegliere i vestiti, operazione che può richiedere pochi minuti quando mi sento ispirata, troppi quando proprio non sono in vena ...spesso.



Finito di vestirmi sento la tv accendersi e l’oroscopo del mattino enunciare quello che destino vuole mi aspetti durante la giornata, mi siedo sulla mia toletta, motivo di vanto e orgoglio personale, sorrido per questo ed inizio a truccarmi.



Ogni mattina proprio in un questo momento, mio marito mi chiama e mi avverte che il caffè è pronto,



sa che quando scenderò a berlo lui avrà finito di fare colazione da un pezzo e lo so anche io, ma con voce forte ogni mattina rispondo “adesso scendo”.



Ho finito di prepararmi, guardo mio marito in attesa di un complimento che arriva sempre ma non mi convince mai troppo…lui lo sa che se non arriva rimango di pessimo umore.



Mi siedo sull’ultimo gradino delle scale, i cuccioli arrivano e mi riempiono di feste (e di peli), poi mi alzo e mi bevo il mio ormai tiepido caffè, mentre  sento lui che brontola perchè non concepisce che mi piace berlo quasi freddo.



Sento scattare il meccanismo di apertura del cancello,sposto gli occhi a terra e mi godo l’ondata di entusiasmo dei cuccioli che sanno che è arrivato il momento della passeggiata.



Loro escono, tutti e tre, io aggiusto il runner sul tavolo, passo velocemente l’aspirapolvere per togliere almeno la sporcizia accumulata dalla sera, innaffio le piante che stanno sul patio e preparo al volo le mie cose.



Lui arriva ed è il momento di andare, mi giro e vedo con una punta di orgoglio che la casa sembra a posto, pronta per aspettare il nostro ritorno la sera.







Durante il tragitto penso a come sia sottile la differenza tra abitudini e rituali; ci sono cose nella mia vita che si ripetono ogni giorno ed il loro ripetersi mi lascia ogni giorno la stessa sensazione di estremo conforto: ogni sera so che la mattina seguente aprirò gli occhi e di lì a poco Milù mi verrà a leccare la mano, mio marito mi chiamerà per il caffè e mi dirà che sono bella



E mi sento felice.

2 commenti:

  1. Ciao Sere
    non sono affatto un tipo abitudinario anche se concordo che certi gesti o meglio -riti- ci fanno stare bene o sentire a casa. Una cosa è certa, le piccole cose mi danno la più grande felicità a volte.
    Grazie di essere passata da me,sei stata davvero gentilissima a lasciare un commento.
    Buon weekend e a presto!!

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  2. Grazie a te di aver lasciato un tuo pensiero!!!
    Un abraccio

    RispondiElimina

....e tu che dici?!

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