Pagnottino cresce

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lunedì 31 gennaio 2011

Vola con le ali dell'ammore (...che dalla finestra ti ci fiondo io)

Mio marito ha deciso che non esiste una vita felice senza un deltaplano.
Avete capito bene, un deltaplano.
Penserete "allora tuo marito è uno sportivo!"
No,lui è sportivo dentro, nel senso che coltiva con affetto l'idea di essere sportivo, ma la realtà lo costringe ad un esistenza da uomo pigro.

Una specie di Dottor Jakil e Mr Hide: da una parte c'è THE BODY ( il corpo), che svaccato comodamente sul divano divora quantità immonde di biscottini al cioccolato, dall'altra la mente (THE MIND), che si alimenta con la stessa costanza del corpo, utilizzando ogni momento libero per viaggiare nel mare magnum del web alla ricerca di una nuova geniale idea con cui crocifiggermi.

Voi direte "vabeh poveraccio finchè può lascialo sognare"...ma solo perchè non conoscete bene mio marito ed il raptus maniaco ossessivo-compulsivo che lo coglie nel momento in cui THE MIND riesce a scovare un nuovo geniale modo con cui rivoluzionare la sua triste e ordinaria esistenza.

Lasciate che vi illustri brevemente come si svolge il ciclo riproduttivo con cui nascono, crescono e muoiono le passioni di mio marito:

- FASE 1-LA NOIA: il Suddetto entra in una sorta di insofferenza cybernetica.
Qui mi preme introdurre due fondamentali premesse, la prima: per mio marito il web è una sorta di enorme mercato virtuale che non ha senso esplorare senza un vero obbiettivo di ricerca; la seconda: non esiste un obbiettivo di ricerca valido che non sia una moto (storica o sportiva), un auto ( coupè, fuori strada o una bella storica che costa due lire) o un qualunque mezzo "economico" per il volo (ultraleggero, aliante, swift, deltaplano e parapendio in ordine di preferenza).Non esistono altri argomenti degni di nota, ne consegue che nei suoi momenti di noia il Suddetto attinge ciclicamente da uno degli spunti creativi sopra citati.

-FASE 2- L'INFATUAZIONE: altrimenti definibile come l'inizio della guerra fredda. In questa fase, dopo aver individuato l'oggetto del desiderio, si apre una costante, ossessiva ricerca su web : il Suddetto lavora e cerca auto al posto della pausa caffè, cerca auto a pranzo sul cellulare, cerca auto la sera mentre io cucino, cerca auto prima di andare a letto.
Nel frattempo, in un angolo della casa una forma di vita alternativa (che sarei io) osserva il fenomeno con aria crucciata ed inizia studiare una strategia contro offensiva in attesa che inizi la fase TRE

-FASE 3- IL DESIDERIO COMUNICATIVO: ovvero l'inizio della fine.
Ormai completamente invasato da un incontenibile entusiasmo, il Suddetto non riesce a trattenere il suo bisogno di esternare, inizia  con: "guarda che bellaaaaa" o in quest'ultimo caso "guarda che figata sta roba qua" (con un' accentuata cadenza veneta, che scende lungo la mia schiena sottoforma di brivido). Lancio un' occhiata per comprendere di che si tratta, conto fino a 5, cerco di impostare un'espressione vagamente assente e dico "mm si si, poi mi fai vedere meglio ora ho da fare". Suona il telefono, questa è una sorta di prova del nove: "Oh Ricky (è il fratello) come va la scuola, a si, come va la moto, ma l'hai aperta? Ma ci vai a scuola? A si si si ho visto le foto della gita, si si, ma il tuo amico aveva la moto là, ah ma è meglio la moto giù, anche se fa meno della moto su..la macchina? Ma dove ci sei andato? Oh miraccomando non la tirare che quella corre. Ah sisi...ah, IO INVECE MI STO INFORMANDO SUL DELTAPLANO".....momento di silenzio, una fitta coltre gelida scende sulla stanza congelando i cani e rendendo il nostro salotto una sorta di antro cavernicolo nel quale fingo di muovermi con assoluta disivoltura, mentre sento con un certo consapevole disagio che il fratello ha seguito la procedura: ha finto di non sentire ed ha cambiato discorso.

-FASE 4: IL TENTATIVO PROGETTUALE: in questa fase, non potendo più contenere l'ardente desiderio di avere per sè ciò che per lui in quel momento costituisce il segreto della vera felicità, il Suddetto passa il suo tempo a rincorrermi iniziando a dire: "ah, mi sono informato, dunque se consideri il costo di diquà, con il costo dilà, e poi il corso e poi la visita e di su e di giù dovremmo cavarcela con un settemila euro, magari fra qualche anno..."

Si, mio marito oltre ad essere sportivo è anche ricco dentro, molto ricco dentro.

Scatta per me la fase yoga: cerco di raccimolare tutta la pochissima pazienza che mi ha sempre caratterizzato e con una smorfia di dolore che voleva essere un sorriso dico:  "Tesoro, VEDREMO"......"SI MA...dicevo che se facciamo così e poi cosà vendiamo di quà e risparmiamo di là, magari di qui ad un PAIO DI ANNI ce la facciamo"..."TESORO, con un bimbo in arrivo avremo tante spese e NON SO onestamente se potremo permetterci di spendere soldi e tempo in una cosa così impegnat...
ecco che si sta consumando la fase finale.

-FASE 5: ODIO COSMICO E RASSEGNAZIONE :  dopo che il discorso è culminato sviluppandosi con la durata e l'intensità di una tragedia greca in cinque atti, il Suddetto si chiude in un doloroso silenzio; per qualche giorno continua ad autoalimentarsi guardando sul computer, con aria sconsolata e senza proferire parola alcuna sull'argomento, finchè un giorno arriva a casa ed accende la tv.

In quel momento, davanti al day time del Grande Fratello e la scollatura sempre generosa della Durso, una nuova luce inonda il nostro salotto: il ghiaccio si scioglie, i cani riprendono la loro pallina e ricominciano a giocare e gli abitanti del bosco festeggiano felici.
Io preparo qualcosa di eccezionalmente buono da mangiare sopperendo così con del buon cibo quel momento di deliziosa, terribile rassegnazione.


venerdì 28 gennaio 2011

Pagnottino di Papà

Buon giorno donne!!!!!
Eccomi tornata dopo una serie di peripezie che si sono concluse con la più grande delle novità:
!!!!...E' INIZIATA LA MATERNITA'....!!!!
momento di silenzio...e mo??Non che non sappia come allietare le mie giornate da mammanda accasata, ANZI, ma questa cosa di dover stare a casa mi lascia addosso la stessa sensazione di chi sta facendo sega a scuola, una sorta di vuoto cosmico (esiste una vita senza lavoro??veramente??siamo sicuri??non è che mi arrestano???) mischiato ad ansia mischiato ad una profonda esaltazione (eheheheheh!!).
Comunque,
le prime giornate a casa hanno già portato buoni frutti, tel chièl che bel bavaglìn che gò fatto mì (si va bene la smetto ....e ammetto che un po' mi vergogno) :


....e poi c'è stato il sorpresone per il papà, che quando è tornato a casa da lavoro si è trovato questo bel regalino appeso all'armadio



 sulla magliettina di questa tutina grigia con i micro pantaloncini a righine la scritta  è "Daddy's little hero" ...il Suddetto si è sciolto in lacrime come un Pagnottone, peccato non averlo immortalato!!!
Penso che vedendo le dimensioni di questa tutina si sia per la prima volta veramente reso conto di quale palletta sta per arrivare!!!
Bene, mi sono rifatta dell'annuncio nel gabinetto del bagno!!!
Nel frattempo il Pagnottino cresce in salute e scalcia come un torello (bello de mamma!!!) e dato che questo post di oggi è tutto dedicato a lui, gli è sembrato giusto venirvi a salutare di persona:



ora mi vado a spilucchiare tutti i vostri post in arretrato,
vi auguro una splendida giornata!!!

giovedì 20 gennaio 2011

QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO...E POI SE NE PENTONO!!

Della serie chi la fa l'aspetti.
Dunque, inizio da una semplice e terribile verità: io faccio la cresta sulla spesa (per chi non fosse familiare  con la pratica, dichiaro un prezzo poco  più alto e mi tengo la differenza in saccoccia e poi me la spendo al momento opportuno).
Dichiarata questa terribile verità, procedo a raccontarvi come il destino beffardo abbia deciso di punirmi per questo atroce reato domestico:
Ieri pomeriggio 
dopo essere stata ben strapazzata per la Morfologica sia dal dottore, che riempiva di punzecchiate Pagnottino perchè si facesse adeguatamente misurare, e sia da Pagnottino stesso, che probabilmente indispettito dallo spunzecchiamento del Dottore, mi ha preso a calci per tutto il tempo fino a tarda sera, ho approfittato del fatto che ero in ferie per vedermi con le mie amiche lì dove tutte le donne amano incontrarsi nei momenti di vero relax: il centro commerciale.
Dopo un lungo pranzo,
l'esposizione dettagliata delle foto dell'ecografia e un aggiornamento sul mio stato di salute, siamo andate a farci un breve giretto per negozi, breve ma intenso.... e mentre gironzolavo con il mio ormai famosissimo passo del pinguino, panzuta e distratta tra una vetrina e l'altra osservando e spettegolando con le mie compari, ecco che lo sguardo mi cade sul più bel paio di orecchini di tutto il reame: stupendi, brillanti, in-com-pa-ra-bi-li (!).
Ci siamo visti, ci siamo amati e ci siamo a lungo con desiderio reciproco osservati: io, con la mia gonna a fiorellini, la pancia preda di costanti onde sismiche , attaccata al vetro con un sottile rigolino di bava e gli occhi palpitanti a forma  cuoricino e loro, immobili nella loro perfezione, che scintillavano alla luce del faretto della vetrina e mi invocavano con voce languida, loro che erano proprio come li volevo io (anche se ho saputo di volerli solo nel momento in cui ci siamo incontrati).

Come resistere ad un così dolce richiamo??????
Come negare un lieto fine ad un così appassionato amore??????
E se poi Pagnottino nasce con in fronte  una voglia a forma di cuoricino??Infondo sono voglie anche quelle !!!
Insomma 
ero lì che mi crogiolavo nella mia indecisione quando ad un tratto mi ha scosso una vocina lontana:
"Ei ci senti ????Siamo gli euri nascosti dell'ultima spesa!!!!Siamo qui apposta per te, non trovi che questa sia una magnifica occasione per liberarti di noi????"
E lì un sussulto di gioia mi ha liberato dal mio stato comatoso ed ho deciso: QUESTO MATRIMONIO SA' DA FARE.
(Tanto il Suddetto, che è uno che a certi particolari non ci bada, non si sarebbe mai accorto che quei meravigliosi cuoricini tempestati di strass erano in realtà un nuovo acquisto!!!)

Entro in gioielleria, mi faccio fare il mio bel pacchettino 
esco dalla gioielleria, disfo il bel pacchettino con dentro relativo scontrino per rendere così la prova del delitto perfettamente tascabile e mi metto la scatolina in tasca baldanzosa e soddisfatta, pregustando il momento in cui a casa avrei potuto indossare quella nuova meraviglia.
Saluto le amiche,
mi metto in macchina e mi incammino verso casa con nel cuore una felicità rinnovata, che persino era riuscita a farmi dimenticare che dovevo ancora finire di pulire il pavimento  dal litro di olio che avevo fatto cadere rompendo la bottiglia giusto giusto la sera prima ( e non mi chiedete se ho fatto cosa..non sapevo che far cadere l'olio portasse sfiga...!!!).
Arrivo,
gioiosamente verso litri di sgrassante e sapone per i piatti sul pavimento, vinco trionfante la mia battaglia con lo strato di grasso che si era sedimentato sul pavimento dalla sera prima e finalmente mi dedico ai miei orecchini: mi siedo sul divano, apro la mia bella scatolina e....
ORRORE
DISGRAZIA
DISPERAZIONE
TRAGEDIAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!

Immaginate la mia faccia ed il consequente tonfo al cuore quando aprendo la scatolina ho constatato con orrore che su uno dei due orecchini clandestini mancava uno strass....MANCAVA UNO STRASS!!! 
E io non avevo più lo scontrino!!!!!!
E quella commessa bastarda mi aveva confezionato il misfatto senza dire una sola parola,
Ah perfida malfattrice, ti si potesse sgonfiare una tetta!!
Il dolore è stato tanto grande che ho confessato a mio marito il misfatto
e sono andata a dormire con l'orrida immagine dei miei orecchini mutilati e nel cuore grande dolore:
CREDEVO FOSSE AMORE
INVECE ERA UN CALESSE







martedì 18 gennaio 2011

Cara Blatta ti scrivo

Mia cara disgustosa creatura rossiccia  che ti aggiri con fare frenetico nel bagno 2x2 del mio ufficio rendendo la mia ormai assidua attività di minzione una nuova nota di  inquietudine in questo triste susseguirsi di otto ore, in cui già di inquetudine ce ne sarebbe a sufficienza da vendere e da catalogare,

Tu che mi guardi con le antenne dritte e la zampa tremula , COSA VUOI SENTIRTI ANCHE VITTIMA??

Mia cara blatta tu sei una privilegiata,
perchè fai così schifo che i miei colleghi non ti verranno ad ammazzare, senza contare che hai il privilegio di celare loro la tua presenza, evitando che vengano costantemente  a romperti le balle, cosa che io aimeh non posso evitare.

Ed è inutile che mi guardi così come a volermi dire:

" TU flaccida umana panzona, è inutile che ti lamenti, non vedi che sei l'unica da queste parti che fa fatica a camminare? Tu almeno te ne potresti stare a casa, io invece passo il tempo nascosta  tra le fessure del vostro gabinetto a vedervi... espletare"

e infondo tu cara blatta hai anche ragione,
anzi ora comprendo il senso profondo del nostro incontro
entrambe nel bene o nel male abbiamo lo stesso lavoro di m***a.


....scusate lo sfogo,
ma la blatta che mi balla la waka waka tra i piedi in bagno alle 16.41 è veramente troppo.

lunedì 17 gennaio 2011

Marzullo e Cenerentola facevano merenda insieme



“La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere la vità?”


Ancora una volta il post di Eva Q. mi ha aperto una finestra su tutta una serie di pensieri che avevo lasciato inscatolati da qualche parte nella mia testa, in attesa di essere riutilizzati come il servizio di bicchieri buoni per la cena di Natale.

Sono sempre stata una sognatrice,
ma in mia difesa posso che dire che sono sempre stata una sognatrice consapevole:
mi spiego

la Bella Addormentata ha avuto il vestito da sera più bello di tutta la WalDisney couture, il principe ricco e fascinoso  e la permanente garantita per l’eternità; ma non dimentichiamoci che prima di tutto questo ambaradan, ha fatto la poveraccia per 18 anni e dopo ha dormito per altri 30..insomma tutto sommato anche lei per parecchia parte della sua vita non  se l’è passata tanto  bene.

Cenerentola, che tutti ricordano per il suo accentuato fondoschiena: se è pur vero  che tra tutte le sfigate del Regno la Fatina Smemorina con il pallino della calzatura di gran moda ha beccato proprio lei, non si può certo negare che abbia avuto del considerevole tempo in cui potenziare il suo fondoschiena facendo la sguattera per 20 anni prima di dventare regina.

Per farla breve,
 credo nelle favole e soprattutto  per questo credo che qualunque momento brutto della vita meriti di essere vissuto con rispetto, rispetto per noi stessi che lo viviamo in modo più o meno passivo o consapevole e per la vita stessa che ce lo rende, magari con l’apparente intento di farci impazzire e quello più nobile e nascosto di insegnarci qualcosa che valga la pena non dimenticare in attesa del gran finale.

Da qualche parte ho sentito dire che ogni uomo nella sua esistenza nasce almeno tre vite,
se dovessi iniziare in qualche modo il racconto della mia favola, sicuramente lo inizierei così,
seduta sul gradino che separava la grande porta finestra dall’inizio della terrazza di un appartamento di poco più di 15 mq, con una birra ghiacciata in mano  a guardare  un cielo così stellato che sembrava volermi  parlare, con addosso quel senso di vuoto e di aspettativa di chi comprende per la prima volta il significato più profondo del termine “ricominciare”.
Era un giorno come tanti, migliaia di persone si erano alzate la mattina per andare a lavorare e si apprestavano ad andare a dormire dopo aver trascorso una giornata senza nulla di rilevante da raccontare; io avevo iniziato la mia seconda vita.

Mi viene in mente tutto quello che ho passato da quel momentoin poi,
a volte mi capita con un sorriso di dovermi dissuadere dalla convinzione che alcuni di quei momenti fossero in realtà frutto di un trip,
uno strano incubo dalle sfumature paradossali, iniziato in un momento che neanche ricordo e finito allo stesso modo,
all’improvviso,
nello stesso attimo in cui si apre gli occhi la mattina dopo un brutto sogno e si va a fare colazione portandosi dietro una fitta al cuore, 
un sottile inspiegato senso di angoscia che rimane come un’ ombra per tutta la tua giornata, prima di perdersi dietro un discorso qualunque ed alla fine sparire senza lasciare alcuna traccia, senza che ci rendessimo veramente conto del momento in cui ci ha abbandonato.

E dopo è stato come vivere una terza vita,
con un corpo diverso, più consapevole, in grado di camminare con le sue gambe, ed ancora adesso sono certa che se non avessi avuto questo corpo a rendermi più stabile e sicura di me,la mia vita non sarebbe così bella come la vedo ora.

Non ho la voce della Bella Addormentata né certo la grazia di Cenerentola, ma sono certa che se anche loro potessero parlare, direbbero che ogni favola che si rispetti acquista il suo valore non dalla platealità del lieto fine, ma quanto si è disposti a mettersi in gioco prima di arrivare al gran finale:

“forse fa male eppure mi va
di stare collegato
di vivere di un fiato
di stendermi sopra al burrone
di guardare giù
la vertigine non è
paura di cadere
ma voglia di volare

mi fido di te ,mi fido di te
cosa sei disposto a perdere “

 

giovedì 13 gennaio 2011

Scusami ma ti devo censurare

Premetto ed anche ammetto di essere una persona estremamente gelosa (ammetto anche che spesso il termine estremamente può suonare eufemistico).
Però capitemi,
non voglio fare la bigotta (nnnnoooooo), ma possibile mai che non si riesca a vedere un film con il proprio fidanzato/marito/compagno/amico/parente, ma anche cane/gatto e canarino, senza non doversi aspettare di vedersi sbattere davanti alla capoccia il primo piano di un fondoschiena  nudo a 42 pollici per 15/20 minuti????

La prima domanda è :
ma dove sono finiti quei registi amici dei meravigliosi anni 80 (meravigliosi forse solo per la musica, i registi e la programmazione tv), che ti facevano intuire il sesso coniugale, extraconiugale o more-uxorio da un romantico zoom sul lume di candela?
 In cui il massimo dell’audacia era un par di toccatine di lingua in penombra?????

La seconda:
perché  finisce sempre che l’occhio che rimane appagato e vagamente ringalluzzito è quello del marito e mai il mio che almeno una sua piccola parte se la meriterebbe??

E soffermiamoci poi sulle tempistiche:
perché, se proprio il sesso me lo devi far vedere, non capisco ancora bene perché tu, regista sessualmente poco appagato, ti ci devi soffermare per forza per almeno 15/20 minuti, mentre  nel frattempo a casa mia:

-TRA 1-5 MINUTI: scende nella stanza un silenzio imbarazzato e glaciale , in cui il Suddetto guarda la tv con la sua migliore espressione/non espressione da giocatore di poker, concentrandosi tutto nel non lasciar trapelare apprezzamento alcuno, mentre la Medesima lo guarda, se non altro per verificare ancora una volta il livello della sua abilità nell’arte dell’ inespressività facciale.

-TRA 5-8 MINUTI: Forse debilitato dallo sforzo muscolare necessario per mantenersi impassibile di fronte al mio occhio vigile, lo sguardo del Suddetto inizia a vagare per spazi infiniti, guarda il telefonino, parla con i cani, verifica la lunghezza delle unghie, mentre la Medesima spazientita inizia a valutare l’ipotesi di cambiare canale.

-OLTRE GLI OTTO MINUTI:  ho cambiato canale. Il Suddetto brontola e manifesta il suo NO contro la censura, forse sentendosi poco apprezzato per lo sforzo fisico e mentale che aveva faticosamente portato avanti fino a quel momento.

Ma d’altra parte scusate,
dopo i primi 5 minuti la faccenda diventa pure imbarazzante, io cerco di essere open mind, ma d’altra parte, cosa può aspettarsi da me la civiltà moderna, che lo guardi con complicità asserendo  “belle tette!!”, che mi metta lo smalto alle unghie in attesa che la simpatica attrice di tre taglie (ora anche sei) meno di me finisca di riempire i pixel del mio tv sventolando la mercanzia?

E l’imbarazzo diventa esponenziale se a casa a vedere il film ci sono anche i genitori (devo dire chissà com’è in quel caso persino il Suddetto si è dimostrato più elastico nei confronti della censura), e mi ricordo che quando ero bambina (bambina… la cosa in realtà è andata avanti fino ai 15-16 anni) era mio padre che quando guardavamo i film applicava indiscriminatamente la censura troncando almeno ¾ di film, perché per non saper né leggere né scrivere, per non avere sorprese, cambiava ogni volta che i personaggi tendevano ad avvicinarsi.

GIUSTO
SACROSANTO

Tanto i bambini capiscono ciò che c’è da capire, altrimenti non mi spiego come sia possibile che mio fratello alla tenera età di 4anni e mezzo, all’ennesima attività di censura di papà abbia esclamato con  furbescheria : “tanto lo so che fanno sesso!!!”

Fuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
un vento gelido passa tra lo sguardo allibito dei genitori e divertito dei fratelli

Silenzio

Fine della censura
forse reso più celere dalla necessità di riempire il vuoto cosmico creato dalla paura collettiva che una qualunque parola in più potesse generare imbarazzanti domande da parte dell’infante.

Ricordo anche un’ altra volta  l’espressione estasiata di mio fratello (sempre lui)
quando in un momento di distrazione collettiva, ha potuto ammirare il posteriore nudo di Nicole Kidman (se non aveste avuto modo di  ammirarlo lo trovate a tradimento al quinto secondo del film “eyes wide shut”).
Ha ripetuto con un evidente eccesso di saliva  e uno sproporzionato entusiasmo “il culetto, il culetto!!!!!” per i successivi 10 minuti prima che fosse prontamente mandato a dormire.
Una parte di me sospetta che ancora oggi che ha 18 anni questa attrice la ricordi così.

Alla faccia della voce dell’innocenza,
eppure già una volta, in cui una scena abbastanza esplicita di Vanilla Sky ci ha colpiti a tradimento per pochi interminabili momenti durante un’azione di censura mal riuscita, avevo già tentato io personalmente di convincere il pargolo che i protagonisti stessero in realtà lavando i panni.

Insomma, tirando le somme,
si fortifica dentro di me il proposito di far riversare su DVD tutte quelle meravigliose cassette della Walt Disney che hanno accompagnato la mia infanzia e quella dei miei due fratelli e non mi stupisco se alla bellezza di 16 anni mi sono ritrovata adolescente ad imparare passivamente  a memoria (passivamente nella stessa accezione  del fumo passivo)  tutte le sante battute della Spada nella roccia

E’ la spaaada nella roccia
Cheeee un bel dì
Lagiùùùù compaarììììììììììììììììììììììì


martedì 11 gennaio 2011

Piove sulle nostre staccionate


Ebbene,
se pensavate che la sfida SUDDETTO Vs MILU’ si fosse esaurita con la folgorante idea (folgorante direi in senso letterale) della rete elettrificata vi siete sbagliati.
Ma prima di raccontare l’ennesimo capitolo dell’entusiasmante saga familiare è bene che vi spieghi le vicende per le quali questa faccenda del giardino (a parte il non trascurabile fattore estetico) ha assunto una tale importanza nella nostro menage (???) familiare.
Quando noi  futuri sposini acquistammo la villetta in cui attualmente la nostra famiglia sta lievitando, avevamo già notato la strana particolarità del nostro giardino che, pur essendo a schiera come tutti gli altri, era l’unico che aveva la siepe di separazione solo da un lato. Sapete quel rassicurante ed odoroso muro di Rincospernum (o finto Gelsomino che suona pure meglio) che fa in modo che tu ed il tuo vicino non riusciate a vedere ognuno nel giardino dell’altro?
Bene quel rassicurante garante della privacy veniva a mancare proprio sull’unico lato della casa in cui ci troviamo ad avere dei vicini (l’altro lato è momentaneamente usato come seconda casa, quindi abitato solo ogni tanto e prevalentemente  in estate).
Quando abbiamo chiesto il motivo dell’asportazione della siepe la precedente proprietaria ha detto in modo rassicurante: “abbiamo tolto le siepi perché un’estate che non c’eravamo si erano tutte rovinate e quindi abbiamo preferito toglierle del tutto, MA NON VI PREOCCUPATE dall’altra parte c’è una anziana signora che non vi darà alcun problema”.
LE ULTIME PAROLE FAMOSE.
Il giorno 28 Maggio mettiamo per la prima volta piede nella nostra nuova casa: apriamo la serranda del garage, svuotiamo la macchina dalla prima consistente ondata di scatoloni, saliamo le scale ed apriamo la grande porta finestr…. “Allora siete arrivati finalmente”
“Si, salve sono la nuova vicina, Serena. Scusi se vado un pochino di fretta, ma abbiamo tanti viaggi da fare, comunque sono contenta di averla conosciuta”.
Uno…due…tre…
“Sereeeeeeeeeeeeeeeenaaaaaa”

Non ci crederete,
 ma la simpatica vecchietta non solo aveva tempestivamente scolpito a fuoco nella sua mente il mio nome e quello di mio marito (cosa che io sono riuscita a fare con lei solo dopo numerosi traumi e circa un mese di tempo), ma ha iniziato ad usarli copiosamente con qualunque pretesto le venisse in mente per farsi una piacevole chiacchierata.
E non vi dico cosa è potuto succedere quando ha visto i cani,
 nel tralasciarvi i particolari raccapriccianti del cibo improprio trovato malamente digerito in giardino dai cani “Signora, che ha dato del pane ai cani? Perché pensavo di averle detto che non sono abituati e che poi si sentono male” -“Io?! Ma stai scherzando??” (strano, eppure questo reperto dall’aspetto raccapricciante è proprio pane casereccio…magari hanno imparato i cani a farlo in casa) e delle ciotole di plastica sottile pericolosissime trovate mangiucchiate e smembrate a pezzi per tutto il gradino (“mi pareva che avessero sete!”), mi limito a dire che l’apice lo abbiamo raggiunto quando, dopo che finalmente ci siamo concessi una serata tra amici  lei ci è venuta a chiedere con aria irritata il numero di cellulare dicendo che era rimasta parecchio preoccupata perché siamo rincasati alle 23.30 (!!!!!!!!!) ed i cani erano rimasti da soli tutto il pomeriggio. “Se avevo il numero almeno vi chiedevo che fine avevate fatto”
CHE FINE AVEVATE FATTO??????
Non mi chiama mi’ madre, mi deve chiamare la Vecchia perché ha paura che i cani cadano in depressione in 100mq di giardino!!!!!
Vi assicuro che questa non è neanche la fine della storia, ma certamente è l’inizio dei numerosi PROGETTI ANTI VECCHIA che nell’ordine sono stati:

-ISTALLAZIONE DI UN TELO COPRENTE O PRESUNTO TALE: dopo circa un mese che si reggeva benissimo, abbiamo iniziato a trovarlo abbassato con a terra tagliate di netto le fascette con cui lo stesso era fissato alla rete, da quel momento abbiamo rimesso e ritrovato a terra per poi rimettere e ritrovare ogni santo giorno a terra la rete per circa una settimana. A questo punto il dubbio sorge. Interpellata sul motivo per cui il telo fosse integro e le fascette tagliate come se fossero state usate delle forbici, la Vecchia ha negato. Il progetto è stato abbandonato per una soluzione più strutturata: l’istallazione di una siepe.

-ISTALLAZIONE DI PIANTE DI FALSO GELSOMINO: che uno pensa che quando si dice “ora metto le siepi” venga un omino con un parallelepipedo di foglie verdi e sia già tutto coperto. Invece ci siamo trovati otto piante dotate di tre rametti messi in croce ciascuna, che quando raggiungeranno una densità tale da essere efficaci la Vecchia avrà monitorato la vita domestica di tre delle nostre generazioni (ho trascurato il raccapricciante momento in cui la stessa ha dichiarato: “non mettete le piante, che io vi devo guardare”). E’ nata la necessità di integrare il progetto FALSO GELSOMINO con qualcosa di efficace nel breve termine.

- ISTALLAZIONE DI UNA COPERTURA DI BAMBU’ DIETRO IL FALSO GELSOMINO: e qui credevamo di aver risolto, sino a quando Milù non ha deciso di collaborare con il nemico ( forse corrotta dalla promessa di cibo gratuito fuori dai pasti) distruggendo 4 delle 8 piante di Gelsomino e masticando svariate parti di Bambù, creando così numerosi orribili buchi. Inizia la sfida tra Titani.

 - ISTALLAZIONE DELLA RETE PROTETTIVA N.1 A COPERTURA DI BAMBU’ DIETRO IL FALSO GELSOMINO: L’idea era creare una sorta di aiuola che proteggesse piante e bambù, ma la rete che abbiamo usato era troppo morbida e Milù se l’è mangiata.

- ISTALLAZIONE DELLA RETE PROTETTIVA N.2, questa metallica: questo progetto è stato abbastanza longevo, orribile ma longevo, perché ha resistito ben 30 giorni prima che Milù riuscisse a far entrare il suo corpicione obeso dentro una delle maglie della rete e a mangiare una parte consistente del bambù uccidendo altre 2 delle rimanenti4 piante superstiti di Gelsomino. E’ qui che è nata la brillante idea del Suddetto di mettere la rete elettrica.

Non so se sono l’unica che leggendo tutto il racconto ha avuto la sensazione di trovarsi nella versione rivisitata della “Fiera dell’est “ (e venne il cane che cacciò il gatto  che si mangiò il topo che al mercato mio padre coprò….).

Fatto sta che per tagliare la testa al toro e non al cane, abbiamo deciso di togliere le varie retine del CASO (diciamo così) per mettere una sana, solida e duratura (voglio ben sperare) staccionata di legno a protezione del gelsomino e del bambù.
Il progetto è ancora in fase realizzativa, anche perché avendo mio marito deciso di scavare le buche in cui conficcare i pali con le sue vigorose mani nude, ci stiamo impiegando mediamente 3 ore a buca per sei staccionate sorrette da due pali che necessitano quindi di due buche l’una.
Magari per la bella stagione vi farò vedere il risultato della nostra nuova ingegnosissima fatica.
versione illustrata del progetto "Telo coprente"
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